ASTRATTISMO

ASTRATTISMO

 Linee, colori, piani:

il superamento dell’oggetto

 “L’astrattismo è molto più che semplice astrazione: questa, nell’arte, conduce a due sole possibili, diverse mete – a un esoterismo superficiale ed autoreferenziale oppure a mondi paralleli e solitari; l’altro porta l’uomo ad esperire la fatica della profondità, la libertà dalla dialettica fra sé e il mondo, la poesia dell’invisibile cui l’artista dona frammenti d’anima e forme indipendenti dal visibile.” Continua a leggere

Salvador Dalì -La persistenza della memoria-

Salvador Dalì

 Salvador Dalì (Figueras, 1904- ivi, 1989 ) rappresenta con minuzia ossessiva ogni oggetto entro spazi conclusi dalla linea dell’orizzonte, ma non inventa forme nuove, bensì compone insieme immagini reali, collocandole in posizioni irreali e spesso deformandole innaturalisticamente. Egli si pone quindi in netta antitesi con l’astrattismo, soprattutto con quello geometrico, razionale, neoplatonico di Mondrian, che è l’opposto dell’irrazionalismo esasperato dei surrealisti. Continua a leggere

Kandinskij

Vasilij Kandinskij

 

«Solo dopo molti anni di lavoro paziente, […] di molti cauti tentativi per sviluppare l’efficacia delle forme pure, di viverle nella loro astrazione, […] arrivai alle forme di pittura con cui lavoro oggi e che – lo spero e lo voglio – si svilupperanno sempre più. E questo durò molto a lungo, finché trovai una risposta soddisfacente alla domanda: “Con che cosa sostituire l’Oggetto?”. (V. Kandinskij, 1913) Continua a leggere

II Bauhaus

II Bauhaus

 La dialettica tra l’utile e il bello

((La definizione di “secolo breve” coniata da Eric Hobsbawm per il  Novecento dal punto di vista storico s’adatta egregiamente anche alla vicenda dell’architettura. Continua a leggere

Caspar David Friedrich

 L’EPOCA DEL GENIO E DELLA PASSIONE

Uno dei maggiori interpreti della pittura romantica tedesca, Caspar David Friedrich, sviluppa la propria poetica sulla base del saggio Le arti figurative e la natura (1807), del filosofo tedesco Friedrich Schelling, che aveva indicato nella pittura il tramite fra l’animo umano e il mondo della natura. In effetti, forse per la prima volta, gli sconfinati paesaggi di Friedrich, e in parte quelli dei suoi continuatori, riescono a visualizzare l’insondabile e illimitata interiorità dell’uomo. Continua a leggere

Boccioni Umberto

Boccioni

Lo spettatore entra quasi a far parte dell’opera pittorica, in accordo con un’idea che Boccioni svilupperà successivamente e che appartiene alla poetica futurista, secondo la quale lo spettatore deve essere posto al «centro del quadro». Continua a leggere

Vincent Van Gogh

Vincent Van Gogh

Gli anni di Arles

Nel 1888, dopo appena due anni di permanenza a Parigi, Van Gogh lascia la capitale e si trasferisce ad Arles, nella Provenza ricca di colori e luminosità, che gli appare in tutto il suo splendore, tipico della Francia meridionale. Nei paesaggi dipinti in questo periodo, come in questo La piana di Crau, presso Arles, l’artista esalta la nota dominante di quanto si mostra ai suoi occhi e cerca di cogliere ed esprimere l’essenza del reale puntando su un colore che racchiuda tutta l’energia vitale possibile. Si tratta, spesso, del giallo, puro e sparso sulla tela in dense pennellate, grazie al quale si percepisce la luce, il calore: il segreto della vita stessa che Van Gogh si sente chiamato a rendere evidente a tutti, come se questa fosse la sua missione. Continua a leggere