Paul Gauguin

Il Cristo giallo, 1889; 92X73 cm. Buffalo (New York), -KnoxArtGallery

Gauguin Cristo giallo

II cloisonnisme trova applicazione anche nel Cristo giallo, dove già il titolo allude all’antinaturalismo cromatico e quindi al valore simbolico del colore. In questo dipinto tutto è semplificato e sintetizzato. La tela è dominata dalla presenza incombente della croce lignea marrone con l’uomo crocifisso giallo. Gialli sono anche i prati e i monti, divisi in strisce orizzontali e punteggiati dalle macchie rosse degli alberi, mentre sul da- vanti, in cerchio, si dispongono tre contadine bretoni vestite di blu, simbolo delle pie donne evangeliche.

In questa crocifissione rustica, riportata nei termini quotidiani del mondo contadino, predominano i primari (giallo, blu, rosso) e si evitano i toni intermedi, cosi da ottenere uno straordinario potere di suggestione. Quando si parla di simbolo gauguiniano si deve intendere appunto questo: ogni colore, ogni linea, posti in un ordine o in un altro, quantitativamente maggiori o minori, hanno, come le note nella musica, continuative o simultanee, la possibilità di creare stati d’animo differenti in ciascuno di noi. La pittura, «come la musica, – scrive lo stesso Gauguin – agisce sull’anima attraverso i sensi; i toni pittorici armoniosi corrispondono alle armonie dei suoni».

Il quadro, firmato e datato, trae spunto dal Crocifisso ligneo medievale conservato nella chiesa di Trémalo, a poca distanza da -Aven in Bretagna, dove abitava nella pensione della signora Gloanec, ritrovo di vari artisti. L’opera fu eseguita nel villaggio marittimo di Le Pouldu, dalle magnifiche spiagge deserte, dove Gauguin si era trasferito alla di un luogo solitario e primitivo.

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