Kandinskij

Vasilij Kandinskij

 

«Solo dopo molti anni di lavoro paziente, […] di molti cauti tentativi per sviluppare l’efficacia delle forme pure, di viverle nella loro astrazione, […] arrivai alle forme di pittura con cui lavoro oggi e che – lo spero e lo voglio – si svilupperanno sempre più. E questo durò molto a lungo, finché trovai una risposta soddisfacente alla domanda: “Con che cosa sostituire l’Oggetto?”. (V. Kandinskij, 1913) Continua a leggere

Pierre-Auguste Renoir

 

Pierre-Auguste Renoir

In Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 1841- Cagnes, Nizza, 1919) la pittura esprime la gioia di vivere o, per essere più precisi, la gioia di partecipare alla vita di tutto ciò che ci circonda e di apprezzarne la bellezza al punto da sentire l’urgenza irrinunciabile di fissare sulla tela il ricordo di ogni percezione visiva. Tutto ciò che esiste vive; tutto ciò che vive è bello; tutto ciò che è bello merita di essere dipinto. Perciò anche dipingere è gioia per (Renoir; forse nessun altro pittore ha mai sentito come lui la necessità di dipingere per esprimersi. Ormai vecchio e famoso, tormentato da terribili dolori artritici, Renoir continuava «a mettere i colori sulla tela per divertirsi» e, poiché le dita irrimediabilmente deformate gli impedivano di stringere qualsiasi cosa, si legava i pennelli ai polsi per poter lavorare, seduto su una sedia a rotelle perché semi-paralizzato. Dipingeva anche nell’ultimo giorno della sua vita; durante la notte seguente, poco prima di assopirsi per passare dal sonno alla morte, chiese una matita per l’ultimo disegno. Continua a leggere

CLAUDE MONET

 CLAUDE MONET

 La Grenouillère

Monet Le Grenouillere

La Grenouillère; 1869; olio su tela; 74,6×99,7 cm. New York, Metropolitan Museum of Art.

Già nella tela La Grenouillère, che può essere considerata una delle prime veramente impressioniste, si precisa la novità della concezione di Monet. Il titolo («lo stagno delle rane») era il nome di uno dei vari ristoranti che si trovavano nell’isolotto di Croissy sulla Senna, meta delle gite, domenicali dei parigini e luogo di ritrovo degli artisti in mezzo alla natura. L’opera non trasmette il sentimento romantico della natura, ne si limita a esemplificare la pittura en plein air tanto cara a Monet e ai suoi amici: qui la natura, invece di essere rappresentata come qualcosa di distaccato da noi, «vive» in tutta la sua mobilità e continuità e noi «viviamo» in mezzo ad essa. Continua a leggere

Paul Cézanne

((La sua pittura parrebbe un paradosso: ricercare la realtà senza dimenticare la sensazione […] senza chiudere i contorni, senza circoscrivere il colore col disegno, senza comporre la prospettiva né il quadro. Ecco il ”suicidio” di Cézanne: che insegue la realtà e si nega gli strumenti per possederla. […] Ed è proprio da questo paradosso che nasce la grandezza della sua pittura, sulla quale sta scritto il titanico sforzo di conciliare due istanze opposte, ugualmente irrinunciabili.)) (M. Merleau-Ponty, 1948)

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