BONNARD PIERRE (1867 – 1947) : Con lui la tradizione impressionista di Monet e Renoir alla rivolta dei Fauves ed alla rivoluzione cubista fino a congiungersi alla corrente informale del secondo dopoguerra francese.
Bonnard da la misura dell’enorme influenza che ebbe sulla cultura e l’arte francese dei primi decenni del novecento il pensiero filosofico di Henri Bergson, rivolto a spiegare i processi della vita interiore, il senso profondo del tempo, della memoria, dell’immaginazione, della materia.
Bonnard ha nella pittura un posto simile a quello che ha Marcel Proust nella storia letteraria.
In Bonnard non si può vedere un colore senza ricordare, risentire, il colore che si è veduto prima.
Il cubismo si pone come sintesi dello spazio e del tempo.
Bonnard sembra obiettare: che sintesi può mai esistere tra due entità che non possono essere distinte, perché in realtà non sono due ma una, l’esistenza?
Per gli impressionisti il quadro era un insieme di relazioni visive per Bonnard le relazioni visive diventano psicologiche.
Come l’esistenza il quadro è un continuo: un continuo di spazio e di tempo, di cose e d’ambiente o, per usare termini di Bergson, di MATERIA e MEMORIA.
In Bonnard cogliamo l’ultima eco della concezione romantica.
In Matisse l’ultima configurazione della concezione classica dell’arte. (Matisse – linea fluida, spazi piatti di colori intensi – riduzione della fluidità del tempo ad uno spazio che si da come superficie.